Tu non uccidere è un percorso antologico intedisciplinare ricco di immagini, di spunti grafici e visivi. Intessuto da una trama complessa e stratificata ma piena di accessi e di rimandi, tutto il volume ruota attorno alla fondamentale nozione di umanità e all'indagine sul senso del male nella natura umana. Un libro che è anche un esperimento culturale, da leggere dalla prima all'ultima pagina o da frequentare per linee trasversali come un ipertesto. Un testo nel quale affacciarsi per brevi incursioni, piombare nella vita di un prigioniero di Auschwitz con Jean Amery o nell'Africa del XXI secolo con la cronaca di Repubblica. Per immergersi nelle profondità di un brano heideggeriano, in un quadro di Bosch o nelle molteplici forme dell'arte contemporanea. Un libro pensato per essere sfogliato, letto o solo assaporato visivamente ma sempre e comunque per lasciare un segno e stimolare una domanda. Si tratta come dicevamo di un esperimento culturale e didattico, nato dalla necessità di dirimere le mille questioni del presente alla luce di una interrogazione della natura umana che sappia restituirle un senso a cui nessun uomo può rinunciare pena la sua stessa svalutazione. Se questo senso possa esistere e traspaia dal volume lo lasciamo giudicare al lettore, di certo in questo libro si può trovare una forza (forza della verità, come titola il II capitolo) capace di accompagnarci in quelle zone oscure dell'animo e della storia dove difficilmente siamo disposti a guardare ma dove più densa è la domanda (e la possibilità di una risposta) sul senso dello stare al mondo. La storia dei genocidi del XX secolo, dei protagonisti del male come degli eroi del bene e dei giusti tra le nazioni, i problemi del mondo globalizzato e quelli di sempre della filosofia e della storia del pensiero, tutto sembra poter rientrare nel percorso disegnato da Pelliccia e Canzoniero per tratteggiare il senso del male. Ma, lontano dal postmodernismo onnivoro, e relativista, il rigore nella scelta delle fonti traspare dall'originalità dei contributi (tra cui anche due interviste esclusive a Zygmunt Bauman e Franco Bertossa) e da un approccio interdisciplinare capace sempre di mostrare la sua coerenza nei testi di raccordo, negli elementi grafici e iconografici che disegnano un percorso parallelo a quello testuale, quasi un contrappunto. La natura sperimentale del progetto editoriale si manifesta anche nelle forme tramite le quali il libro continuerà a vivere dopo il passaggio in libreria. I curatori, infatti, hanno lanciato una serie di inziative didattiche nelle scuole superiori di tutta Italia che verranno supportate e stimolate dal testo e continueranno ad aggiornare il pubblico dei lettori e degli studenti attraverso un blog (blogspot.tunonuccidere.com) in cui i temi del volume verranno arricchiti da contributi, pubblicazioni e commenti alle notizie d'attualità. Tu non uccidere è quindi un grande strumento per pensare, uno stimolo a domandarsi sul senso della nostra esistenza, perché "in tempi di nichilismo, scientismo e relativismo, di fronte a queste sfide epocali, il richiamo ai valori umani non può più essere ideologico ma deve saper trovare nell'esperienza di ognuno il suo riferimento, tanto concreto, vissuto e sentito nel proprio intimo, quanto trascendente, ovvero capace di slanciare l'uomo oltre l'eterna dualità del bene e del male, verso la propria essenziale natura. Una natura che sopravvive a se stessa solo se è capace di sfuggire ad ogni tentazione di rinchiudersi in un'etica o in una qualsiasi definizione".
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