Alla fine degli anni ‘70, quando Hiroshi Sugimoto stava consolidando la sua cifra stilistica, si chiese: "Se fosse possibile fissare un intero film in un solo fotogramma, cosa succederebbe?". La risposta che si diede fu "Otterremmo uno schermo bianco". Fu così che nacque il progetto di 'Theaters': per circa quarant'anni, Sugimoto ha fotografato l'interno di teatri disseminati in tutto il mondo utilizzando come unica fonte di illuminazione la proiezione di un film sullo schermo del palco; il film inizia e l'obiettivo rimane aperto fino allo scorrere dei titoli di coda. Lo stupefacente risultato è che lo schermo si trasforma letteralmente in una scatola bianca luminosa che irradia di luce il teatro e ne mette in risalto ogni dettaglio. All'inizio Hiroshi Sugimoto si è concentrato su teatri costruiti nel 1920-30 proprio per ospitare le prime proiezioni cinematografiche. Successivamente ha incluso tra i suoi soggetti anche i drive-in, simbolo della crescente popolarità dell'industria cinematografica. Più recentemente, negli ultimi dieci anni, sono entrati nel progetto alcuni storici teatri europei e vecchi teatri in disuso. Nel loro insieme, queste fotografie rappresentano una meditazione sul passare del tempo, un tema ricorrente nelle opere di Sugimoto. 'Theaters' è il terzo libro della serie di volumi pubblicati per Damiani e Matsumoto Editions; presenta 130 fotografie, 18 delle quali non sono mai stati pubblicate.

Nato a Tokyo nel 1948, Sugimoto lascia il Giappone nel 1970 dopo essersi laureato in economia alla Rikkyo University. Al termine di ripetuti spostamenti in Unione Sovietica e Europa, si trasferisce a Los Angeles, dove studia fotografia presso l'Art Center College of Design. Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in mostre collettive e personali. Nel 1988 gli è stato assegnato il Mainichi Art Prize e nel 2001 il premio Internazionale per la Fotografia della Hasselblad Foundation. Attualmente vive a New York e Tokyo.

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