Negli ultimi 40 anni Martin Parr ha scattato fotografie in Irlanda, immortalando i momenti e i cambiamenti più significativi che hanno contraddistinto la storia di questo paese: dalla visita del Papa nel 1979, quando un terzo della popolazione seguì l’evento, al fenomeno dilagante delle start up e dei matrimoni gay nel 2019. Sono pochi i paesi che hanno vissuto tanti e tali trasformazioni nel giro di relativamente pochi anni. Parr ha vissuto in Irlanda dell’Ovest dal 1980 al 1982 immortalando sia gli aspetti più tradizionali, come le feste di paese, che i primi segnali di una nuova rinascita, come i bungalow che andavano sostituendo le abitazioni classiche. Il fotografo inglese è tornato spesso in Irlanda e in queste occasioni ha documentato la nascita dei sobborghi intorno a Dublino, così come la comparsa dei primi McDrive. L’obiettivo di Parr si è poi rivolto verso il Nord del paese, dove, con la sua proverbiale ironia, mostrò come dopo l’accordo del Venerdì Santo, le vestigia del conflitto nordirlandese avessero dato origine ad un nuovo flusso turistico. L’ultimo capitolo di questo volume ritrae una Dublino contemporanea in cui fioriscono start-up, le aree portuali sono riqualificate e campeggiano ovunque icone di modernità come appunto lo speciale cappuccino detto flat white.

Martin Parr è uno dei più noti fotografi documentaristi della sua generazione, autore di più di 120 libri e curatore di almeno altri 30. Nel 2004 ha curato il prestigioso festival francese Les Rencontres d’Arles; nel 2010 il festival biennale di fotografia Brighton Photo Biennial; nel 2016 la mostra Strange and Familiar al Barbican Centre di Londra. Nel 2013 è stato nominato visiting professor per la cattedra di fotografia dell’Università di Ulster. Membro della Magnum dal 1994, ne è stato il Presidente fino al 2017. Nell’autunno del 2017 ha inaugurato la Martin Parr Foundation a Bristol. Sue opere sono esposte nelle collezioni dei più importanti musei, tra cui la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e il MoMA di New York.

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